Steven Wilson 4 1/2 Review
Siamo portati a credere che Babbo Natale, sia solo una fantasia, una favola che ci viene raccontata quando siamo piccoli, ma se pensiamo che esso può assumere le forme umane più inaspettate attorno a noi, ecco che allora possiamo affermare che Babbo Natale non solo esiste, ma chiunque può diventarlo. Tutto questo per dire che quest'anno con me è stato particolarmente benevolo e giusto in tempo per la vigilia di Natale ho trovato sotto l'albero "4 1/2" che non è un brutto voto a scuola, ma il titolo dell'ultimo lavoro di Steven Wilson.
Chiamato così, ci spiega proprio Steven in una precedente intervista, perché non si tratta di un album vero e proprio, ma una via di mezzo tra il quarto ed il quinto album.
Un Extended Player, troppo lungo per essere un singolo, troppo corto per essere un Long Player, anche se trattandosi di Steven i convenzionali schemi metrici possono assumere le più architettate e complesse forme. L'EP "4 1/2" è composto da sei brani, apre con “My Book of Regrets” dal caratteristico giro di accordi iniziale, molto pop anni 80 e un insieme di varie parti strumentali alternati al canto come vetrine dove possono esprimersi i vari musicisti, particolarmente belli e interessanti gli assoli di chitarra in questo lavoro, che ha preso la sua forma più completa nel Giugno 2015 quando Steven era in tour con la sua band negli USA e da allora hanno continuato a proporla live.
"Year Of The Plague" "L'anno della Peste" un brano interamente strumentale che inevitabilmente riporta la mente, soprattutto per i fans di lunga data, a un vecchio riff di "The Moon Touch Your Sholder" su cui viene costruito tutto il resto tra violini e cori, a ricreare una surreale ed eterea atmosfera.
"Happiness III" Un brano davvero particolare quanto mai attuale, scritto da Steven all'epoca di "Deadwing" album dei Porcupine Tree nel 2005, tra "Lazarus" e "Arriving Somewhere But not Here", in particolare per il film "Deadwing", progetto in collaborazione con Mike Bennion che è rimasto tutt'ora in sospeso. Il brano definito da Steven "troppo pop" decidendo quindi di non pubblicarlo, almeno fino a questo momento, in cui l'artista sente di tornare a prendersene cura e di trovargli una giusta collocazione in questo EP appunto.
"Sunday Rain Sets In" un secondo brano strumentale, ma a differenza del primo, questo risulta essere il suo lato oscuro, infatti mentre per "Year of the Plague" le atmosfere risultano più eteree e sognanti, in "Sunday Rain Sets In" è l'irrequetezza, l'incertezza, il sogno che si trasforma in incubo, questi i sentimenti che lo contraddistinguono, prima di passare a "Vermillioncore" che si conttraddistingue per la sua linea di basso onnipresente.
In chiusura, ciliegina sulla torta troviamo "Don't Hate Me" brano dei Porcupine Tree dall'album "Stupid Dream", datato 1998, ma in una veste del tutto nuova, cantata da Steven in duetto con la cantante Israeliana Ninette Tayeb. Lei che Steven ha scelto senza ombra di dubbi per interpretare "Routine" in "Hand. Cannot. Erase". e per chi ha avuto la fortuna di vederla e sentirla dal vivo al Royal Albert Hall di Londra a conclusione della recente tournè. Un risultato straordinario anche in questo caso, Steven dal canto suo affronta il brano con inaspettata serenità e la voce assume forme che caratterizzano questa nuova versione di "Don't Hate Me" rendendola davvero unica e speciale, il resto del brano è storia, arte e poesia per l'orecchio dell'ascoltatore. Da fan di lunga data quale mi definisco non ritengo una delusione la nuova versione di "Don’t Hate Me" anzi la definirei una bella rispolverata ad un pezzo già epico di per se, che riprende vita e torna a risplendere dopo tanto tempo.

Photo credit by Hajo Müller
L' EP la cui uscita è prevista per il 22 Gennaio 2016, ha la caratteristica di essere un mix tra varie registrazioni live durante il recente Tour 2015 mixato con registrazioni in studio, un nuovo modo di composizione dei brani intrapreso da Steven che sostiene così di cogliere il meglio anche dai musicisti nelle loro migliori performance durante gli show. Sono quindi presenti le performance della band di Steven Wilson di questi ultimi anni: Adam Holzman, Nick Beggs, Guthrie Govan, Dave Kilminster, Craig Blundell, Marco Minnemann, Chad Wackerman e Theo Travis. Le varie versioni in cui 4 ½ uscirà dalla Kscope sono CD, LP in vinile da 180 grammi, Blu-ray, contenenti un libricino fotografico di Lasse Hoile e progettato da Carl Glover. Il Blu-ray (solo audio) include una alta risoluzione stereo, un mix dell'album 5.1, e un mix della nuova versione di Lazarus (recentemente inserito anche in Transience LP vinyl compilation ) come bonus 5.1. L'edizione in vinile includerà un codice per il download per l'album in una scelta tra FLAC o mp3. L'album sarà disponibile anche in digitale il 22 gennaio da iTunes, Amazon, Google Play e di Apple Music.

Photo credit by Lasse Hoile Design by Carl Glover