Intervista Aviv Geffen Milano 03/07/2013


 


 

Intervista ad Aviv Geffen, per Blackfield IV

- Siamo stati in attesa di questo album per un periodo di tempo molto lungo, non ci lascerete troppo tempo in attesa di un tour, spero?

AG - No, saremo in tour nel febbraio 2104, la band al completo, con Steven Wilson, in Europa e negli USA. Sarà la stessa formazione di sempre: Tomer Z, Seffy Efrati, Eran Mittelman, tutti i "buoni". Stiamo pensando di portare alcuni degli special guests dell'album nello show dal vivo, magari in certi posti particolari, come Roma, Londra, Parigi ... averli sul palco con noi. Perché per me e Steven, avere Brett Anderson dei Suede, per cantare in un album dei Blackfield è una gran soddisfazione.

-Come è stata la collaborazione con i tre special guests (Vincent Cavanagh, Brett Anderson, Jonathan Donahue)?

AG -Brett Anderson aveva sentito parlare di Blackfield, così gli ho mandato un paio di canzoni. Ed è venuto a Tel Aviv, dicendo: "Mi piace, ci sono delle grandi canzoni". Si è scelto "Firefly". Quindi è uno dei miei eroi, che canta nel mio album.

-Hanno contribuito alla composizione?

AG -No, bisogna capire, i fan devono sapere che fin dal primo giorno, nei Blackfield, la maggior parte della musica e dei testi sono miei. Nel terzo album, (l'unico album con un titolo che abbiamo mai fatto)  il nome "Welcome To My DNA" significa proprio "Benvenuto nel mio mondo come Aviv Geffen". Steven e io siamo ottimi amici, e da quell'album abbiamo deciso che ero io il leader nei Blackfield, e mi ha dato molta libertà. Mi dedico anche ai mei progetti solisti e lui pure, e tutto il successo che otteniamo singolarmente rende i Blackfield sempre più grandi. E non c'è fretta. C'è qualcosa di simile a una magia nei Blackfield. E' una miscela di vari elementi: l'inglese, Steven alle chitarre, la sua voce, la mia voce, l'orchestra, e le tastiere, tutto questo rende il nostro sound così speciale, alla fine.

-Hai intenzione di pubblicare un altro album solista in inglese come l'ultimo che hai fatto? Stai scrivendo nuovo materiale?

AG - Sì, certo, per me la scrittura solista o per i Blackfield realtà non fa differenza, perché sono sempre io, che compongo musica "mellow-gothic-epica" comunque. Io e Steven, siamo diventati buoni amici, quindi è molto naturale, per noi, fare un album di Blackfield, e lìabbiamo fatto per 13 anni, quindi perché non andare avanti.

-Perché avete chiamato questo album "IV", tornando a un numero come titolo?

AG - Perché è un messaggio per fan dei Blackfield. Quando si sente il nuovo album, che inizia con il brano "Pills", quella è una classica canzone Blackfield. E' una grande canzone, con le chitarre di Steven e voce, la mia voce, pianoforte, orchestra, così ... Blackfield IV simboleggia "noi siamo qui".

-Steven Wilson è in tour in Italia per tre giorni a partire da domani (4 luglio). Hai intenzione di incontrarlo?

AG - Lo so. No, domani sono impegnato con la promozione dei Blackfield in Germania e Francia. Così abbiamo pensato di incontrarci, ma non ci riesco. Sono stato in Grecia ieri, e domani Germania, e Francia. È un lavoro duro per promuovere l'album.

- C'è un concetto di fondo nei testi dell'album?

AG - E' fondamentalmente tratto dalla mia vita, che posso vedere come un grande piatto o ripetitore che punta verso il cielo, come sulla copertina, alla ricerca di dei, stelle o angeli, ma il cielo rimane vuoto. Questo sono io, ho ancora un legame con ciò. Ma sono sicuro che non c'è nessun dio. Sono abbastanza sicuro che Dio e la religione dividano le persone, mentre credo che la musica le unisca. Non c'è nessun dio. Io sono ebreo, ma sono ateo, il che è una miscela strana, immagino. E' la stessa storia di sempre, il tema dell'album.

-E il tuo coinvolgimento con la situazione attuale nel vostro paese? Pensi che la musica dei Blackfield continuerà a portare il tuo messaggio di pace?

AG - Certo. Ci provo tutto il tempo con i sottotesti, nei testi di Blackfield, circa il terrorismo, sul mondo folle che siamo diventati. C'è una canzone chiamata "Sense of Insanity", che significa che è tutto folle e caotico. In Israele, cerchiamo di mettere le cose in ordine, ma non riusciamo. Ma grazie a voi italiani, che avete occupato di recente tutti i titoli sulle prime pagine, con Berlusconi, ci sono stati giorni senza Gerusalemme in prima pagina!

-Quindi, l'immagine in copertina significa guardare verso il cielo in cerca di risposte?

AG - No, significa che non c'è nessun senso nel guardare. Non vi è alcun senso cercare di ottenere delle risposte, non ci sono risposte.

-Sei contento del il mixaggio surround in 5.1 dell'album? Questa è la prima volta che lo fate.

AG - A dire il vero io non ne so molto. Ho fiducia in Steven, lui è il dio del surround. Non ho nemmeno alcun sistema surround in casa mia. Quindi so che Steven può fare il miglior mixaggio 5.1, e io ho fiducia nei fans, che ora possono sentire suoni alle loro spalle e apprezzarli. Non mi interessa, io sono interessato solo alle canzoni. Lo so che è il campo di Steven, che io rispetto, perché lui è un genio.

-E riguardo ai singoli? Avete intenzione di farne uscire?

AG - Faremo uscire come singolo "Sense of Insanity" in Inghilterra, Germania, Olanda e Grecia. E uscirà un video di "Jupiter", con Steven e un artista che lavora con la sabbia, che crea cose incredibili con la sabbia. E' incredibile, sembra favoloso. Sta per uscire molto presto. Forse tra una settimana da oggi.

-Dove hai trovato quest'artista?
AG - Lei è un'artista israeliana, ha molto molto talento. Le ho detto, guarda, concentrati sui Blackfield, devo averti. E ho mandato alcune delle sue idee a Steven, e lui ha detto che dovevao averla assolutamente.

- "Jupiter" è un brano meraviglioso.
AG - E' molto anni settanta, lontano dal metal ... e Steven ha fornito un ottimo take. Dipende, ci sono davvero molti spunti diversi in questo album: c'è il dubstep, nell'ultima canzone ("After The Rain"), c'è "Pills", che è epico brano classico alla Blackfield, c'è "Firefly", che è un po' indie, post-rock, quel genere di canzone. La cosa che amo dei Blackfield è ... io adoro band come i Radiohead, che non si può descrivere, con un solo genere. E penso che i Blackfield siano tutto: metal, pop, pop sinfonico, tutto questo insieme. Ed è grande. Uno dei miei gruppi preferiti in questo momento sono i Blonde Redhead, due fratelli dall'Italia che fanno canzoni incredibili. E' un mix strano, che mi coinvolge di più di certi gruppi inglesi o americani.

-Quanto del vostro background musicale va a finire nei Balckfield? Che cosa hai ascoltato quando eri un ragazzino?

AG - Steven e io siamo abbastanza simili su questo, ritorniamo sempre  a Genesis, Pink Floyd, ELO, Abba, Bee Gees. Amiamo le armonie, su grande scala. Credo che per me e per Steven, i Blackfield siano una sorta di parco giochi dell'immaginazione, possiamo fare quello che vogliamo, non ce ne frega niente, sai. E si può sentirlo nella musica, è molto da "spirito libero".

-Eppure, allo stesso tempo ottenete sempre quella tipica "magia" Blackfield...

AG - Ci sono alcune regole severe: non lunghi assoli, nessun assolo di chitarra o tastiera... si tratta di canzoni. Canzoni brevi e intense. E sono così felice di sapere che il quarto album è ancora puro Blackfield, e si può capirlo in un secondo.

-Così evitate di assoli e brani lunghi di proposito. Ma come vede Steven questo aspetto?

AG - Io odio gli album lunghi ... Steven e io ci rispettiamo a vicenda. Lui sa che nella sua carriera solista può fare brani di 20 minuti, che sono ovviamente incredibili, e sa anche che mi piacciono le canzoni brevi, gli album rock, le canzoni che danno un messaggio. Lui sa che questo è il mio gusto.

-L'album è stato composto tutto da te. Come funziona? Quando inizi a lavorare sulla scrittura, sui testi?

AG - Compongo tutto il tempo. Poi, alla fine, Steven e io abbiamo ascoltato le canzoni e abbiamo abbandonato molti brani, per questo quarto album. Abbiamo avuto circa 30 brani all'inizio e li abbiamo ridotti a 11. I Blackfield richiedono una maestria unica, si dovrebbe sentire il giusto mix, è una cosa delicata.

-Discutete molto su quale traccia scegliere?

AG- Si, ogni frase musicale viene discussa. Alla fine è sempre che a me piacerebbe avere più tastiere, Steven vorrebbe avere più chitarre, così lui è il responsabile delle chitarre ... abbiamo il nostro ordine, i nostri ruoli.

-Come hai scelto e chiamato gli special guests, come ha funzionato?

AG - Non volevamo che diventasse un album pieno di celebrità: è solo, che loro sono i miei eroi. Vincent Cavanagh viene da parte di Steven, dal mondo prog. Io ho portato Brett Anderson dai Suede, e Jonathan Donahue dai Mercury Rev, perché amo quella band, hanno una sorta di stile psichedelico... ci sentiamo molto orgogliosi, perché finalmente si sente che i Blackfield sono un po' più aperti, non più nella ristretta scena metal prog. Vogliamo che abbia un senso più ampio.

-Il vostro pubblico cresce con ogni album, e ogni tour: sei soddisfatto?

AG -Sì, vogliamo suonare nelle principali città in Europa e negli Stati Uniti, su larga scala.

-Cosa pensi di un tour nei teatri, come Steven Wilson sta facendo attualmente con la sua band solista?

AG - Penso per i Blackfield non andrebbe molto bene, un tour con il pubblico seduto. Se fosse un tour acustico, allora forse. Ma a noi Blackfield serve l'energia, il pubblico in piedi.

-Gli altri membri, Tomer Z, Seffy Efrati ed Eran Mittelman, hanno altri progetti collaterali quando non suonano con i Blackfield?

AG - No, suonano con me, è un lavoro a tempo pieno. Sono nella mia band israeliana, Aviv Geffen and the Mistakes. Fondamentalmente Blackfield è The Mistakes. Così abbiamo molti concerti in Israele, grandi concerti. Poi stavamo preparando Blackfield in studio. E' una grande band.

-Sei stato di recente in TV in Israele, come giudice nel format "The Voice of Israel". Come è stato?

AG - E' stato molto interessante per me, perché non mi sono occupato di musica affatto, ma ho parlato del governo, dei problemi dell'occupazione ... ho usato questa occasione per diffondere il mio messaggio pacifista.

-Molto tipico di te, non è vero?

AG - Ascolta, Israele è un posto che mi piace molto e mi preoccupo per esso, e io sono contro l'occupazione. Tel Aviv è una città meravigliosa e voglio fare di Israele un posto migliore. E lo sto facendo tutto il tempo.

- C'è ancora violenta opposizione alle tue idee politiche? (Aviv Geffen è stato minacciato spesso di morte in passato)

AG - Sai, quando dico in tv o ai giornalisti che io sono contro l'occupazione, alcune persone non vanno pazze per le mie idee. Ma chi se ne frega. E' quello che credo. E' la chiave per avere un futuro. Un qualsiasi futuro.

-Hai sempre lottato per i diritti dei gay. Ultimamente negli USA hanno reso il matrimonio gay legale. E Israele?

AG - Sì, finalmente. Tel Aviv è una delle migliori città per questo, più di Roma e Milano. Ora anche la scena di Berlino si è spostata a Tel Aviv. Dovresti andarci, tutti dovrebbero. E' divertente. Voi in Europa avete l'immagine sbagliata su Israele, dalla CNN e Fox News. In realtà è pieno di gente come me, che vogliono la pace, vivere la vita, amare la musica, ottimo cibo, grande scena ...

-Proprio come Steven raccontava nel suo documentario (Insurgentes)?

AG - Sì, è un posto forte.




Intervista by Domizia Parri

 

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