GUTHRIE GOVAN Intervista In occasione del passaggio in Italia degli Aristocrats, oltre alla video intervista al Batterista Marco Minnemann a Roma, è stata realizzata anche la mail intervista curata da Eugenio Crippa, al chitarrista compositore Govan Guthrie, per il nostro sito Coma Divine. Coma Divine: Innanzitutto, una domanda personale: quale consideri sia stato il più grande risultato della tua carriera di musicista? GUTHRIE GOVAN: Non saprei esattamente come rispondere. Se ripenso alla mia carriera musicale, la vedo come una lunga serie di piccoli successi, e ciascuno ha la medesima importanza degli altri. Quindi… non credo proprio di poter segnalare qualcosa che risalti più del resto! Coma Divine: C’è una qualche tecnica chitarristica che puoi dire di aver inventato tu? Qualche posizione/accordo/progressione che senti ‘tuo’ e di nessun altro chitarrista? GUTHRIE GOVAN: Suppongo che vi siano alcune cose che mi ritrovo a suonare in maniera totalmente unica, ma onestamente non penso che sia corretto giudicare il mio lavoro basandosi soltanto sul numero di tecniche o innovazioni che esso contiene. Potremmo fare un parallelo con gli scrittori: giudichereste un libro sulla base del numero di neologismi che contiene, o sul messaggio che esso trasmette al lettore? Lo stesso ragionamento si può applicare alla musica: teoricamente, tutti possono fare uso delle stesse dodici note; la differenza sta nel come queste note vengono poi utilizzate… Coma Divine: Ritieni che vi sia sempre la possibilità di creare qualcosa di nuovo in ambito chitarristico e/o musicale in generale? Secondo alcuni, le ultime decadi sono state solo evoluzionarie ma non rivoluzionarie… GUTHRIE GOVAN: Dal punto di vista chitarristico, sì, penso ci sia sempre qualcosa di nuovo ed esaltante pronto per essere portato alla luce. Coma Divine: Ho notato che durante il tuo concerto con gli Aristocrats non hai mai cambiato chitarra, mentre solitamente anche il chitarrista meno esperto è solito disporre di diversi strumenti sul palco. La domanda è dunque: come riesci a fare uso di una sola chitarra in concerto? È forse perché i brani degli Aristocrats sono più ‘guitar-friendly’ di altri? GUTHRIE GOVAN: Innanzitutto, non definirei le canzoni degli Aristocrats ‘guitar-friendly’; data la natura essenziale del ‘formato trio’, ho piuttosto l’esigenza di creare ancor più del solito una notevole varietà nei suoni. Coma Divine: Qualche anno fa hai registrato e suonato dal vivo con il supergruppo Asia. Vi sono buoni o brutti ricordi di quell’esperienza? Cosa si provava ad essere il più giovane, circondato da vecchie leggende della musica rock? Si tratta dei soliti ‘snob’, come spesso la retorica ci induce a pensare, oppure hai avuto modo di conoscere il loro lato più umano? GUTHRIE GOVAN: Quella con gli Asia è stata la mia prima vera esperienza in una vera ‘touring band’, il che comprendeva il vivere costantemente in viaggio e svegliarsi ogni giorno in una diversa nazione. Perciò sono felice di aver accompagnato musicisti più vecchi e saggi del sottoscritto, piuttosto che dei coetanei: senza dubbio ho imparato molto meglio a restare sano nella vita ‘on the road’! Coma Divine: A proposito di leggende: durante la registrazione dell’imminente nuovo album di Steven Wilson hai anche lavorato a fianco di Alan Parsons. Cosa ricordi di lui, della sua presenza ed attività in studio? GUTHRIE GOVAN: Mi è parso che durante quelle registrazioni fosse innanzitutto importante massimizzare il tempo a disposizione, fare tutto nel migliore dei modi senza alcun compromesso. Abbiamo registrato ai leggendari EastWest di Hollywood, ed avevamo accesso al miglior equipaggiamento che si potesse immaginare; in qualche modo il senso della presenza di Alan Parsons in quella situazione è stato quello della cosiddetta ciliegia sulla torta. È stato un vero piacere lavorare con lui, ha ovviamente un orecchio raffinato e molta pazienza… ed inoltre è sembrato apprezzare molto la musica, il che non guasta mai! Coma Divine: Proseguendo sull’argomento ‘Steven Wilson’: come sei entrato in contatto con lui? Come ti è stato chiesto di far parte della sua band? È rimasto colpito da qualche caratteristica del tuo stile che non ha riscontrato in altri, ad esempio? GUTHRIE GOVAN: Dovresti chiederlo allo stesso Steven, io sono solo felice di essere stato coinvolto. Coma Divine: Ti è stato inviato del materiale su cui lavorare prima che tu raggiungessi il resto della band in studio? GUTHRIE GOVAN: Steven è prima di tutto un produttore, ed ha la tendenza a produrre delle versioni demo molto ricche per ciascun brano. Aggiungo: molti artisti vorrebbero arrivare a pubblicare anche solo quei demo che lui mi ha inviato – erano davvero ottimi! Coma Divine: Ti sono stati ‘consegnati’ spunti melodici, accordi, trascrizioni complete? Quanto spazio libero alla tua improvvisazione ti è stato offerto? GUTHRIE GOVAN: Si è trattato di un mix di queste tre cose. Alcune parti di chitarra erano già perfettamente strutturate, e chiaramente non richiedevano altre aggiunte. In altri passaggi lo stesso Steven mi ha detto “questa sezione è tua, fanne pure ciò che vuoi!”. Credo che lui sappia che ciascun musicista possiede una propria identità musicale, e che il miglior risultato lo si ottiene incoraggiandoci ad approcciare alcune cose in maniera indipendente. D’altro canto, non perde mai di vista il quadro generale, e qui ha il sopravvento il suo ruolo di ‘guida musicale’. Coma Divine: Che aria si respirava in studio di registrazione? GUTHRIE GOVAN: A parte Minnemann, probabilmente è stata la prima volta in cui hai suonato con tutti gli altri musicisti presenti. Coma Divine: Questa è probabilmente una domanda retorica: ti vedremo suonare dal vivo con Steven la prossima primavera? GUTHRIE GOVAN: Esattamente, domanda retorica: ti sei già risposto da solo. Coma Divine: Per concludere: quali sono i tuoi prossimi impegni? Ci sono altre band a cui ti unirai a breve, oppure altri dischi solisti/progetti musicali a cui stai lavorando? GUTHRIE GOVAN: Con gli Aristocrats abbiamo appena pubblicato un DVD live intitolato “Boing, we’ll do it live!” ed il prossimo (ovvero questo) mese ci incontreremo a Nashville per registrare il nostro secondo studio album. Prevedo perciò ulteriore attività live in seguito a questa pubblicazione. Sento anche l’esigenza di registrare un nuovo disco solista, il seguito di “Erotic Cakes”, ma… dipenderà molto anche dal tempo che avrò a disposizione il prossimo anno. Immagino che i miei impegni con Aristocrats e Steven Wilson mi terranno parecchio impegnato! Intervista by Eugenio Crippa Foto by Francesca Savina |