Steve Hogarth Intervista via Skype 06/02/2012

Not the Weapon but the Hand

Album Note:

Steve Hogarth: Voice / Words
Richard Barbieri: Music

Dave Gregory: Electric Guitar 1,2,4, Bass Guitar 4,6
Danny Thompson: Double bass 3
Arran Ahmun: Drums 1,3,4. Additional percussion 6.
Chris Maitland: Drums 6

Suzanne Barbieri: Vocal Samples 6,7

Fotografia: Luigi Colasanti Antonelli, Design by Bill Smith

Tracklist:

 1. Red Kite
 2. A Cat With Seven Souls
 3. Naked
 4. Crack
 5. Your Beautiful Face
 6. Only Love Will Make You Free
 7. Lifting The Lid
 8. Not The Weapon But The Hand


Intervista:                                                                                

-Coma Divine: Ho letto che questa collaborazione è stata un'idea di Richard, anche se è noto che avevate già collaborato nel tuo album solo; è vero che tu non vedevi l'ora di fare un album insieme a lui?

-Steve Hogarth: Non ci sono parole per esprimere quanto desideravo questa collaborazione. Se qualcuno nel 1985 mi avesse detto che avevi fatto un album con Richard Barbieri sarei svenuto dall'emozione. Lui è un vero genio. Avevo già lavorato con lui, che aveva suonato sul mio album solo, e poi siamo stati in tour insieme, e prima della fine del tour eravamo così intimi che ci chiamavamo per scherzo fratelli ritrovati, tuttora qualche volta lo chiamo "fratellone". Quindi da allora siamo rimasti in contatto. Non so nemmeno più quante volte ho visto i Porcupine Tree dal vivo, probabilmente cinque volte a Londra, poi li ho visti a Parigi, in Olanda, li ho visti suonare ovunque. Loro hanno aperto per i Marillion un paio di volte, a Londra e ad Amsterdam.

-Coma Divine: Dev'essere stato bello.

-Steve Hogarth: Sì, sai, è stato un bel po' di tempo fa, prima che Gavin Harrison si mettesse alla batteria invece di Chris Maitland, e prima che Wes arrivasse a dare una mano con le chitarre, infatti conosco Steven Wilson da un sacco di tempo, ormai...tornando a noi, Richard mi ha mandato un'email un giorno chiedendomi come avrei visto l'idea di fare un album insieme io e lui. Così gli ho risposto immediatamente. Ero in tour, a Leeds, e gli scrissi che sarei stato felicissimo, ma non sapevo quando, perché non avevo tempo. Lui disse che di quello ci saremmo preoccupati poi, ma che intanto siccome lui aveva un po' di tempo mi avrebbe mandato degli mp3 in modo che io li ascoltassi. Così iniziò a spedirmi degli mp3 strumentali. Il processo creativo fu alquanto insolito perché lui mi inviava della musica su cui io avrei lavorato; mettevo questi mp3 in un programma apposito e ci registravo sopra un sacco di parti vocali, poi glielo rispedivo per vedere cosa ne pensava Richard, e lui rispondeva che gli piaceva molto...e così via. Quindi non siamo mai stati nella stessa stanza, nemmeno nella stessa città.

-Coma Divine: E' stata una novità per te il fatto di collaborare creativamente con questo sistema?

-Steve Hogarth: Sì, abbastanza una novità. Avevo registrato alcune parti vocali per degli americani, la band Sun Domingo, un'ottima band e anche delle persone molto carine. Avevo anche lavorato con Jason Hart, il pianista di Rufus Wainwright. Lui sta facendo un album solo al momento, e voleva che io collaborassi su un brano scritto da Rufus Wainwright chiamato "Go on, Go Ahead". Quindi ho inciso la traccia vocale e gliel'ho spedita via email. Ha funzionato benissimo e mi sono un po' abituato a questo sistema. E poi per l'album con Richard devo dire che mi è piaciuto lavorare, creare senza nessuno attorno, senza altre persone vicino, con le loro scadenze, le loro personalità, è piacevole stare soli senza altro a cui pensare che la musica. Mi è piaciuto e non escludo di rifarlo in futuro, magari con i Marillion. Quando finalmente arriveremo alla fase in cui devo incidere le tracce cantate definitive, per il nuovo album dei Marillion, potrei chiedere di lasciarmele incidere per conto mio. Potrebbe essere un'alternativa, o una prova da fare prima di andare in studio con loro comunque. 

-Coma Divine: Eri in studio con i Marillion ultimamente, negli studi di Peter Gabriel, è vero?

-Steve Hogarth: Sì, la settimana scorsa. Abbiamo finito venerdì. I tecnici stanno ripristinando tutto nel nostro studio adesso, ci vorranno un paio di giorni a rimontare tutto, quindi ricominceremo mercoledì. 

-Coma Divine: Parlando di questo nuovo album dei Marillion in progress, stavolta pensate di chiedere ancora ai fans di contribuire pre-pagando la propria copia del disco come era successo tempo fa? Personalmente io penso che fosse un'idea geniale.

-Steve Hogarth: (ridendo) Beh, credo che dovremmo, in realtà, perché...in effetti quando abbiamo fatto gli album Marbles (2004) e Anoraknophobia (2001) non avevamo soldi, quindi abbiamo chiesto ai fans se lo avrebbero comprato in anticipo sulla fiducia, prima ancora di scriverlo, e tutti lo fecero, fu straordinario...

-Coma Divine: Lo so, io ero tra quei fans.

-Steve Hogarth: (ride) E poi quando facemmo Somewhere Else non ci serviva davvero il denaro, come le altre volte, quindi non lo chiedemmo ai fans. E allora tutti si offesero! Chiesero perché non li avevamo coinvolti, che cosa avessero fatto di male. E io lo avevo previsto, ero l'unico nella band che sosteneva che in fans avrebbero avuto piacere di contribuire, che si sarebbero sentiti tagliati fuori, traditi, in un certo senso. E andò proprio così. Quindi adesso pensiamo che non si tratti di soldi, ma di un coinvolgimento spirituale, o se volgiamo familiare, nel progetto. Penso che la gente lo trovi una cosa importante, quindi chiederemo un aiuto, comunque. Si tratta di essere parte del team, di chi rende l'album nuovo una realtà, e penso che sia una bella sensazione per tutti. Lo è per noi, sapere che c'è questo genere di passione, e potervi attingere.

-Coma Divine: Pensate di portare l'album live, tu e Richard?

-Steve Hogarth: Tutti me lo chiedono! Però abbiamo due problemi: uno è che non siamo molto sicuri di poter riprodurre questo album in concerto, per il modo in cui è stato creato, per tutte le tracce vocali per cui ci vorrebbero vari cantanti, e poi per l'approccio di Richard ai paesaggi sonori di questo album, che è molto difficile da ricreare live. Lui pensa che forse dovrebbe scriverlo in spartiti, come una sinfonia, e avere dei musicisti, che siano responsabili di alcune aree musicali, e così forse si potrebbe mettere in piedi la cosa dal vivo!

-Coma Divine: Suona molto interessante.

-Steve Hogarth: Probabilmente come prospettiva è molto interessante ed emozionante, e anche costoso...ma il secondo problema, e il più grosso, penso, è che io sono tremendamente occupato fino ad aprile o maggio. Ho un anno molto intenso davanti, con i Marillion, sia in studio che poi live. E quando avrò tempo di respirare, Richard sarà probabilmente in studio con i Porcupine Tree. Vorremmo entrambi portare questo album dal vivo, sarebbe divertente solo scoprire come farlo, avere vari cantanti coinvolti per riprodurre quel che ho inciso io: In alcune tracce canto, ma faccio anche un discorso o bisbiglio allo stesso tempo, un po' come un brano teatrale quindi ci vorrebbero più di un cantante. Ma sicuramente coglieremo la prima occasione per provarci.

-Coma Divine: Vedi questo progetto come qualcosa che si evolverà in altri album futuri?

-Steve Hogarth: Sì, io adorerei fare ancora una collaborazione del genere e dovrò attendere che Richard sia pronto per farlo. Deve partire tutto dalla sua musica, che lui mi manderà, e non penso che ne avremo voglia molto presto, magari ci vorranno un paio di anni prima che ci venga voglia di rifarlo, ma non mi vengono in mente motivi perché non dobbiamo volerlo rifare.

-Coma Divine: Pensi di aver esplorato dei nuovi piani compositivi con questo album, qualcosa che magari vorresti che contaminasse anche il prossimo album dei Marillion? Insomma hai la sensazione di aver esplorato, musicalmente parlando, dei territori nuovi e inesplorati?

-Steve Hogarth: Sicuramente sì, questo è stato sotto molti aspetti un territorio nuovo, per usare le tue parole. C'è un bel po' di innovazione, di parlato al posto del cantato, e anche le voci multiple, i cori non sono come tradizionalmente vengono fatti, sono stati lasciati deliberatamente slegati, non erano cori con tutte le parole vicine e continue, era tutto sfocato, e ho adorato fare questo genere di cose. Quindi non mi stupirebbe se alcuni elementi del genere finissero nel nuovo album dei Marillion...ma allo stesso tempo non sarei neanche sorpreso se non succedesse, perché è un metodo compositivo talmente diverso con loro. E poi magari loro non vorranno una dose eccessiva di Steve Hogarth sul disco, uno solo magari basterà (ride). Ci sono circa dieci me stessi, sono ovunque in questo album con Richard, sai; il che è meravigliosamente creativo per me, ma non so se ci sia posto nel paesaggio sonoro dei Marillion per questo. Ma sarà interessante vedere come va....

-Coma Divine:Beh, non lo puoi sapere fin d'ora, credo, non prima si aver fatto l'album dei Marillion.

-Steve Hogarth: Abbiamo già otto brani ora, e sono già arrangiati più o meno in modo che per noi è definitivo. Quindi ora si tratta solo di andare a registrarli, e fare le sovraincisioni, e poi io farò le parti vocali, quindi sarà interessante vedere se c'è posto nel nuovo album dei Marillion per qualcosa stile "Not the weapon but the hand".

-Coma Divine: I tuoi testi nell'album sono molto personali, come sempre. Sono testi nati dopo l'ascolto della musica che Richard ti inviava, scaturiti dall'ascolto, o...?

-Steve Hogarth: No, non tutti. Alcuni li avevo già scritti e li tenevo in serbo, come Crack, A Cat with Seven Souls...Only Love invece è stato ispirato dalla musica...Naked invece ce l'avevo già, insieme ad altri versi che avevo già scritto da un po' di tempo. Dissi a Richard che non avevo testi già pronti, e poi invece di colpo mi sono accorto che ne avevo tanti. Non so da dove arrivano. Questi versi il giorno prima non ci sono e poi invece me li trovo lì. E' strano. Red Kite è stato ispirato anch'esso direttamente dalla musica. Sai, ho convissuto con quella musica per mesi, e poi pian piano ho iniziato ad avere una serie di parole, versi, che si adattava al paesaggio sonoro, perché è un vero e proprio paesaggio, quasi cinematografico. E' stato un bel dilemma per me capire come rapportarmici, perché era alquanto perfetto già da stumentale. Non è esatto dire che sia una cosa difficile, gestire un dilemma simile, è che si tratta di creare qualcosa che migliori il tutto, perché è facile invece peggiorare la musica con le tracce vocali. E' facile cantare su un brano, urlarci sopra, o aggiungerci delle schitarrate, per esempio, ma non è detto che migliori il brano. Aggiungi solo roba. Spesso lo rovini, in questo modo. Quindi ho dovuto essere prudente, e assicurarmi che quello che facevo fosse intonato, spiritualmente, pittoricamente e da un punto di vista delle emozioni, con quel che Richard aveva creato con la direzione dove era orientato e stargli in un certo senso fuori dai piedi, perché lui è un compositore e programmatore talmente intricato, i suoi arrangiamenti sono davvero complessi e interessanti, quindi la peggior cosa che potevo fare era sovrapporci del rumore, quindi ho dovuto trovare una via per cantare senza intralciare la musica di Richard. Era l'unico modo.

-Coma Divine: Un'ultima domanda: a volte sembra che i fans della band principale non siano così interessati ai progetti solisti dei componenti. Qual'è la tua percezione di questo? E che reazione ti aspetti dai fans?

-Steve Hogarth: Suppongo che ormai molti fans dei Marillion sappiano che io esisto anche come un'entità separata, musicalmente. Ho fatto il mio album solo e vari tour con il piano (Ice Cream Genius, Live Spirit: Live Body, H Natural Selection). Così ormai si sa che esisto come artista solista. Credo che ci sia una percentuale di fans dei Marillion che è entusiasta delle cose che faccio come solista, ma è una parte di loro, sono sicuro che ce ne sono molti che sperano che io stia con la band e nient'altro. Ma...penso ci sia differenza tra un cantante di una band che si mette a fare il solista, e non è un gran che, e un cantante che si mette a fare il solista ed è molto bravo!  (ride) E quando ti metti a fare un album con Richard Barbieri, c'è una buona probabilità che venga molto bene, e questo è venuto davvero bene e spero che la gente lo riconosca. La risposta che abbiamo già avuto dai fans riguardo ai brani che abbiamo messo sul sito è stata eccezionale. Ne sono felicissimo. Ma onestamente, sarei fiero di questo album così com'è anche se non piacesse a nessuno. Abbiamo fatto l'album che speravo che avremmo fatto nel momento in cui Richard mi scrisse quella famosa email per chiedermi di farlo. Questo disco è tutto quel che speravo che sarebbe diventato, quindi ne sono molto, molto felice.

Foto Credit by Jill Furmanovsky


Intervista, Traduzione, Interpretazione, Trascrizione by Domizia Parri

 

Media

Steve Hogarth and Richard BarbieriNot the Weapon But The Hand (CD in digibook) Disponibile alla Kscope / Burningshed.


Special Thanks

Coma Divine ringrazia: A Buzz Supreme, Steve Hogarth e Richard Barbieri.


Graphic elements are from CSS Zen Garden theme by Pierre Antoine Viallon (Creative Commons license), Lasse Hoile and Porcupine Tree.