Nel mezzo del tour di Fear of a Blank Planet dei Porcupine Tree, la mente del gruppo, Steven Wilson, ha passato qualche giorno in Israele, ed è stato così gentile da concederci una intervista in un piccolo bar di Tel Aviv.
L’ultimo album dei porcupine tree è decisamente un concept album. Come riassumeresti il filo conduttore del disco?
Bè, riflette ciò che penso sull’odierna gioventù: una generazione nata nell’era dell’informazione accessibile, che vive indirettamente tramite i gadget, che può scaricare tutto via Internet – musica, film, informazioni, pornografia. Si può trovare tutto sulla rete. Riguarda anche l’effetto che tutto ciò ha sulla curiosità, e credo che la curiosità sia una delle qualità più importanti dell’uomo. Senza la curiosità non si va mai oltre l’apparenza, non troviamo mai le differenti interpretazioni, i diversi significati, i vari livelli che ci sono ad esempio nella musica. Il disco riguarda anche come l’eccesso di informazioni soggioghi la curiosità verso il mondo al di fuori della propria stanza. L’album concerne la mia paura per questa che potrebbe essere una “blank generation” (Generazione Vuota, N.d.T.), o esprime, per usare un modo di dire più romantico, la domanda: ma i giovani di oggi hanno ancora lo stesso senso dell’anima?
Ci sono molti riferimenti a come le persone oggi ascoltino la musica, e cosa in generale la gente d’oggi consuma. Come vedi il futuro di tutto questo?
E' molto difficile da dire. Questo è il periodo peggiore nella storia nel mercato della musica, tutti sono d’accordo, sia gli artisti che le etichette. Tutti sono coinvolti.
Credo che alla fine ciò che accadrà è che la musica registrata sarà qualcosa che nessun pagherà più. La gente si aspetterà di trovarla gratis, anche oggi molte persone non pensano a comprare la musica ma solo a scaricarla. La musica su disco funzionerà come pubblicità per i concerti live, lo vedo anche nei concerti dei porcupine tree, dove l’audience continua a crescere e anche i cd incrementano le vendite, ma non nella stessa proporzione. La gente conoscerà la band su Internet scaricando gratuitamente ma poi pagherà per gli show. Ciò ha un lato positivo, perché significa che le band che suonano degli strumenti veri e che riescono a fare dei bei show sopravviveranno, mentre gli artisti fatti a tavolino, come Britney Spears, non ce la faranno. Sono tempi interessanti. E la musica è molto più accessibile al giorno d’oggi, sta entrando sempre di più nella vita delle persone, così tato che quasi ognuno di noi adesso ha l’Ipod.
Alex Lifeson e Robert Fripp sono apparsi entrambi nel nuovo album. Come è iniziata la vostra collaborazione?
Ho saputo che Alex era un fan dei PT da un intervista che ha dato alla rivista “Classic Rock”. Il reporter gli ha chiesto quali band della new progressive rock wave influenzate dai Rush apprezzi e ami, e lui ha citato in particolare i PT. Quindi l’ho contattato tramite il giornalista, che ha intervistato anche a me e gli aveva chiesto se avrebbe avuto piacere nell’apparire nel nostro nuovo album. Alex ha subito accettato.
Robert Fripp ha fatto dei tour con noi a volte, e siamo in ottimi rapporti e sapevamo di volerlo sull’ultimo nostro album.
Come ti senti sapendo che due band così gradi hanno compreso i Porcupine Tree nella loro eredità musicale? È fantastico. Sono davvero onorato dal fatto che i musicisti con cui sono cresciuto siano fan della musica che scrivo. Rispetto a tutto ciò che ho raggiunto con la musica, l’onore più grande è sapere che i musicisti che ti hanno influenzato amano allo stesso modo la tua musica.
Guardando indietro, cosa ne pensi di Deadwing?
Credo che sia un bel disco. Sono molto contento dei nostri ultimi tre album. Credo che siano i miei preferiti, nella carriera dei Porcupine Tree. Credo che con l’arrivo di Gavin e con le infulenze più metal, il suono sia riuscito a emergere nella sua interezza. È più energico e vitale. Ma credo che il disco prima di Deadwing, In Absentia, sia ancora migliore: in Deadwing abbiamo dovuto includere certe canzoni che funzionano come singoli per le radio, e quindi ci sono delle canzoni che non avrei normalmente messo in un album. Nel nostro nuovo lavoro non c’è stato invece bisogno di includere canzoni che avrebbero funzionato come singoli.
Come descriveresti FOABP musicalmente?
Bè, preferirei non descriverlo. Sono profondamente contrario a creare una categoria per la musica dei PT- Categorizzare la musica significa improgionarla in un genere. Ho sentito che i porcupine tree sono definiti rock, rock progressivo, metal, psichedelico…. e così via. Se dovessi descrivere musicalmente la musica dei PT direi che sono orientati verso il rock, e forse cercano di creare qualcosa di più epico.
Sei famoso perché sei sempre in progresso con la musica che ascolti: ascolti sempre nuove e varie band. Che album credi che abbia influenzato l’ultimo disco dei Porcupine Tree?
Non saprei. Scrivere musica è qualcosa di subconscio. Credo che la musica in quest’album sia stata guidata dai testi e dal concept di quest’album. Credo che ciò che ascolto mi ispiri nel subconscio, non posso pensare di scrivere con un certo stile. C’è un’eccezione, volvevo che “Sleep Together” suonasse come i Nine Inch Nails, con John Bonham alla batteria, prodotti dai Massive Attack. A parte questa canzone non credo di essermi accorto di nessuna particolarfe influenza mentre scrivevo.
So che hai iniziato a scrivere la musica di FOABP mentre lavoravi in Israele al secondo lavoro dei Blackfield. Credi che lavorare per i Blackfield mentre scrivevi la musica dei PT abbia influenzato lo sile? Come ad esempio in My Ashes?
In realtà molta della musica di My Ashes è stata scritta da Richard Barbieri. I Blackfield hanno influenzato i Porcupine Tree nel senso che li hanno liberati da un certo loro aspetto. C’erano canzoni più corte, che più si rifacevano alla forma canzone che apparivano spesso nei primi dischi dei PT nel passato, ma che ora invece userei per i Blackfield. Canzoni come Lazarus potrebbero tranquillamente andare su un album dei blackfield. Quindi in un certo senso mi ha liberato dal mettere queste canzoni più “ song-oriented” sugli album dei Porcupine Tree, facendo in modo che la loro musica fosse piùm pura, più rock sperimentale, e con più tracce “album-oriented”
Lo scrivere l’abum sia in Israele che durante il tour ha proabilmente reso difficile l’apporto degli altri membri della band. Come ha funzionato il processo creativo?
Ho scritto il pezzo più lungo intorno a febbraio, mentre registravo i Blackfield la sera. Scrivere musica in un altro paese è “rinfrescante”. In Inghilterra Richard ha scritto My Ashes, e in luglio la band ha lavorato insieme su quattro tracce, di cui solo una è stata incisa nel disco. Le altre tre tracce saranno comprese in un EP che uscirà più tardi quest’anno.
Le tre tracce insieme sono lunghe circa 25 minuti, e probabilmente aggiungeremo qualche traccia registrata durante le sessioni della BBC durante il tour di FOABP, espandendo l’EP intorno ai 40 minuti di musica.
I Porcupine Tree hanno appena fatto uscire il loro primo DVD, “Arriving Somewhere”, e si aspetta un DVD dei Blackfield l’anno venturo. Ti piace guardare i DVD di altre band? Credi che il pubblico apprezzi anche i documentari musicali?
In sostanza, non sono interessato ai DVD Live. Non possono prendere il posto dell’esperienza di un concerto, e il più delle volte preferisco di gran lunga essere presente al concerto rispetto che guardare il DVD. D’altra parte però so che non tutti in tutto il mondo possono vedere i Porcupine Tree dal vivo, ed è bello averlo documentato e avere la possibilità di vedere tramite questo mezzo un concerto dei PT. Credo che proveremo a far uscire un DVD per ogni ciclo di album, d’ora in avanti. Fare un DVD è una grande occupazione, ed è anche un gran lavoro. Se pensi che sia difficile registrare un disco, in questo caso hai anche il video oltre che l’audio a cui badare…
Il secondo album dei “continuum” uscirà il prossimo mese. Cosa puoi dirmi di questo?
È un lento doom metal con textures ambient di continuum sovraincise. È molto ispirato dall’album O))) dei Sunn, ma approfondisce molto le cose e le rallenta. (giuro che non ho capito di cosa stiano parlando, NdT)
Quali altri progetti hai in mente?
Spero di riuscire nel progetto con Mikael Akerfeldt degli Opeth, che avrà probabilmente alle pelli Mike Pornoy. Sarà più pesante dei porcupine tree, ma più soft degli Opeth.
Sto anche pianificando di far uscire un disco da solista sotto il nome di Steven Wilson. Ho scritto canzoni che non appartengono a nessun progetto. Sarà molto più rilassato e avrà canzoni più lunghe e ambiziose insieme con canzoni corte. Forse farò un remix delle cover di canzoni che ho già pubblicato. Credo che ci siano delle belle canzoni, come quella di Alanis Morrisette (Tank You, N.d.G.) che meritano di essere sentite, ma che non sono state registrate in una maniera che sia usufruibile a molte persone, visto che sono comprabili solo sulla mia Mail Order per adesso.
Sei apparso come ospite nell nuovo album dei Dream Theater “systematic chaos”. Come è nata la faccenda?
Sì, faccio una rapida apparizione. Bè, non sono un grande fan della musica dei Dream Theater, ma sono dei miei grandi amici. Mike (Pornoy, batterista, NdT) mi ha chiamato e mi ha parlato di questa canzone “redemption” (in realtà Repetance, sarà un refuso, NdT) che stavano registrando, che in sostanza parlava di persone che si scusano per ciò che hanno fatto. Quindi io ho avuto l’idea, per scherzare, di scusarmi per non aver apprezzato i Dream Theater, e di averne parlato male nei media! Ha creduto anche lui che fosse una buona idea, quindi ho dovuto scusarmi coi Dream Theater in un loro disco. Che credo sia divertente! E comunque è una bella canzone, secondo me.
I vostri fan sono cambiati molto durante la fase in absentia e dopo. Perché credi che sia successo?
È molto semplice, in realtà. Il suono più metal ha attratto i fan più giovani, e forse ha allontanato i fan più “vecchi”
Quando scrivi musica, pensi al guadagnare una nuova audience, o a scrivere qualcosa che venga apprezzato dai tuoi fan dei primi tempi?
Assolutamente no. Sono sincero con la musica che faccio. Credo che se non fai arrabbiare i tuoi vecchi fan significa che stai sbagliando da qualche parte, perché una band deve sempre evolversi. E sfortunatamente ci saranno sempre fan che non apprezzano le novità. Ma d’altro canto hanno sempre i vecchi dischi da ascoltare. E per ogni fan che non apprezza il nuovo lavoro, ce ne sono due a cui invece piace. Se guardi musicisti come David Bowie ad esempio, hanno sempre cambiato il loro sound e approccio alla musica durante la loro vita, e ciò ha dato loro una lunga carriera artistica; probabilmente non piacendo ai fan di vecchia data, ma guadagnandone sempre di nuovi.
È risaputo che l’artwork e l’aspetto visivo sono sempre stati di primaria improtanza nella musica dei PT, e anche per te come musicista. Mi sai dire cinque cover di album non tuoi che trovi belle e interessanti?
Black Sabbath – Black Sabbath
Pink Floyd - Atom Heart Mother
Dead Can Dance – Within the Realm of a Dying Sun
Led Zeppelin – Presence
Public Image Ltd – Flowers of Romance
Cosa può interessarti nella musica di oggi? Quali album ascolti di più in questi giorni?
Cerco qalcosa che non ho mai sentito. Qualcosa di unico. Qualcosa che al primo ascolto mi intrighi e mi prenda. è anche importante una buona produzione, perché mi vedo molto più come produttore che come chitarrista o cantante. Ad esempio musicisti come Trent Reznor, che è un vero genio. Riguardo a cosa ascolto adesso, mi piacciono molto gli album dei Nine Inch Nails, LCD Soundsystem, Neurosis, Stars of the Lid, e Gojira.
Qual è un genere musicale che non approfondirai mai?
L’R&B e l’Hip-Hop, sono tremendi! Posso pensare che l’Hip Hop torni ad essere interessante (come lo era con band come i Public Enemy o simili). Ma l’R&B è la musica più banale, vorrei diventare sordo ogni volta che la sento. A parte quella, tutto il resto è in gioco.
Ringraziamo Steven per il suo tempo e la sua gentilezza.
Intervista presa da: Alternative Zine e tradotta da Sentimental (porcupinetree.it forum)